Esistono due storie di Paolo Borsellino.
Paolo Borsellino nasce a Palermo il 19 gennaio 1940. Magistrato impegnato in prima linea nella lotta alla mafia, perisce insieme agli agenti di scorta Agostino Catalano, Claudio Traina, Eddi Walter Cosina, Emanuela Loi e Vincenzo Fabio Li Muli nell’attentato dinamitardo avvenuto in via Mariano d’Amelio il 19 luglio 1992, per mano dell’organizzazione criminale Cosa nostra. Il fine ultimo del suo impegno umano e professionale si può riassumere nell’opera di repressione del sistema mafioso accompagnata ad iniziative di sensibilizzazione, partecipazione, condivisione dell’operato dei giudici con l’opinione pubblica italiana. Lo scopo di queste azioni combinate doveva liberare la società da condizionamenti e complicità con il sistema mafioso, per permetterle di sentire quella che Borsellino definiva la “bellezza del fresco profumo di libertà”. Compagno di questa avventura umana e lavorativa, nonché suo amico fraterno, fu il giudice Giovanni Falcone, anch’egli siciliano, anch’egli determinato a liberare la società dalla mafia, anch’egli assassinato in un attentato dinamitardo insieme alla moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Antonino Montinaro, Rocco di Cillo e Vito Schifani sull’autostrada A29 Trapani-Palermo all’altezza dello svincolo per Capaci. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono considerati tutt’oggi eroi nazionali.
Questa sopra descritta è la storia umana di Paolo Borsellino.
Questa che segue è la storia sovrumana di Paolo Borsellino.
Paolo Borsellino nasce a Palermo il 19 luglio 1992 nelle coscienze di tutti i cittadini che si riconoscono dalla parte dello Stato, della Legge e della Giustizia. Paolo Borsellino e Giovanni Falcone vengono assurti a simboli dell’antimafia o, a livello più generale, a simboli della legalità. Morire per lo Stato, morire per ottemperare fino in fondo al proprio dovere, morire perché perfettamente consapevoli dell’estrema fine a cui andavano incontro è servito a risvegliare le coscienze di tutte le persone di buona volontà, che hanno scelto la legalità. Prima di Falcone e Borsellino non solo non si conosceva l’esistenza della mafia, ma non si era nemmeno in grado di scegliere perché non vi era, in Sicilia, una valida alternativa alla mafia che potesse garantire una speranza per i cittadini. Falcone e Borsellino questa speranza l’hanno data e l’hanno pagata con la propria vita.
La tesi che ho deciso di scrivere su Paolo Borsellino è stato il mio ringraziamento al magistrato per questa libertà e speranza di cui anche io godo oggi. Il titolo della tesi è venuto da se inglobando le parole Paolo Borsellino, eroe e semplice. Paolo Borsellino, un eroe semplice sarà anche il titolo con il quale uscirà il mio libro che incorporerà la mia tesi universitaria. Paolo vive.
Roberto