Parigi, il 6 febbraio 1932 nacque François Truffaut. Fu un grandissimo regista, sceneggiatore, produttore cinematografico, attore e critico cinematografico francese. Segnò insieme a registi come Jean-Luc Godard, Claude Chabrol, Eric Rohmer e Jacques Rivette una corrente culturale cinematografica nota come la Nouvelle Vague. Quel movimento era caratterizzato da un’ ispirazione dal neorealismo italiano coniugata ad uno scardinamento delle regole di ripresa e di montaggio del cinema classico. Ebbe un’ infanzia tormentata, non conobbe mai il padre biologico e questo lo portò ad avere un carattere polemico e intransigente. Folgorato dal cinema, passò tutta l’adolescenza a guardare film. Il critico francese André Bazin lo salvò da diversi guai giudiziari in cui s’era cacciato per colpa del suo spirito ribelle inserendolo in un circolo di critica cinematografico. Il giovane François iniziò così a scrivere per delle riviste di cinema e poi, sempre grazie a Bazin, passò ad una rivista nata in quegli anni i Cahiers du cinéma. Con le conoscenze che maturò riuscì a fare l’assistente di Roberto Rossellini. Conobbe Jean-Luc Godard con cui scrisse il film Fino all’ultimo respiro, film icona della Nouvelle Vague. Si interessò ad un romanzo di Henri-Pierre Roché, Jules et Jim. Questo titolo lanciò la grande attrice francese Jeanne Monreau. Era la storia di un triangolo amoroso tra due amici e una ragazza, mescolato con il gusto per la letteratura e le lingue. Anche questo film rimane iconico tutt’ora attraverso la corsa sul ponte dei tre. Il tema ricorrente di Truffaut è l’adolescenza fatta di inquietudine, infelicità e solitudine. Calata in un percorso di conoscenza interiore caratterizzato dalla scoperta dell’amore. Il successo arrivò proprio con il film I 400 Colpi, nel 1959. La storia dell’adolescente Antoine Doinel che sarà protagonista anche nei suoi film successivi L’amore a vent’anni (1962), Baci rubati (1968), Non drammatizziamo… è solo questione di corna (1970) e L’amore fugge (1979). Nei suoi film vi sono ritratti di adolescenti e di donne tra i più poetici, sociologici e pedagogici che il cinema avesse conosciuto prima. In Fahrenheit 451 nel 1966 troviamo tutto l’amore per la letteratura. Nel 1973 il film Effetto Notte porta con sé tutto l’amore che Truffaut nutriva per il cinema. La storia del film vede il susseguirsi della costruzione di un film, le sue difficoltà realizzative e gli amori che vede nascere sul set. Nel 1977 non si fece mancare anche l’esperienza di attore per Steven Spielberg nel film Incontri ravvicinati del terzo tipo dove interpretò uno scienziato francese. Nello stesso anno realizzò L’uomo che avama le donne, la storia di un uomo e le sue storie sentimentali, ovviamente corroborato da esperienze personali del regista. Fu un indomabile seduttore, ebbe molte donne, tra cui la moglie Madeleine Morgenstern che gli diede tre figlie. Morì per una grave malattia al cervello a Parigi il 21 ottobre 1984. Il suo cinema ha accarezzato due decenni, nei quali ci lasciò anche un opera fondamentale per chi ama il cinema, il libro Il cinema secondo Hitchcock, il migliore libro di cinema mai scritto che racconta le lunghe conversazioni tra i due registi sulla carriera del regista del brivido.
Ettore Poggi