George Harrison, il talento più umile

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Il 25 febbraio 1943 nacque a Liverpool George Harrison. Chitarrista dei Beatles. Amico di infanzia di Paul McCartney prendevano lo stesso bus per andare a scuola. Nel 1957 Paul lo presentò a John. Fece una bizarra audizione per i Quarryman di John una sera al piano superiore di un double-decker bus. Il pezzo che suonò era l’ assolo di Raunchy brano R&B di Bill Justis, all’ epoca al secondo posto in hit parade.  John rimase impressionato dalla bravura del giovane chitarrista e lo prese nella band. Era il più dotato alla chitarra. Tuttavia inizialmente soffrì il carisma del duo Lennon McCartney. Ci volle un pò affinché i suoi pezzi venissero inseriti nei dischi dei Beatles. Ma non appena vi riuscì emerse tutto il talento di George.  I need you, If I needed someone, Taxman, I want to tell you. Per passare a brani più raffinati come Long long long, Savoy truffle, While my guitar gently weeps, Here comes the sun, Something. Ebbe modo di imparare a suonare il sitar da Ravi Shankar (padre di Nora Jones) e lo dimostrò nella bellissima Norwegian Wood. Melodie molto dolci che riflettavano il carattere schivo e delicato di George. La sua canzone Something fu ritenuta da Frank Sinatra la più bella canzone d’amore che sia mai stata scritta. Come gli altri tre Beatles nel 1970 intraprese la carriera da solista. Sempre un passo indietro rispetto al duo Lennon McCartney.  Nel 1971 organizzò il primo concerto benefico della storia a favore del Bangladesh. Partecipò alla produzione del album Imagine di John Lennon. Tornò alla ribalta con il discusso brano My sweet Lord, per il quale ebbe una controversia legale lunghissima finita con l’accusa per lui di plagio inconsapevole. Gli ultimi decenni viderò il successo del brano All things must pass, Got my mind set on you. A fine anni 80 fu ospite a Sanremo dove presentò il video del pezzo When we was fab. Successivamente intraprese il progetto itinerante con i Traveling Wilburys gruppo che annoverava miti del calibro di Bob Dylan, Tom Petty, Jeff Lynne e Roy Orbison. Negli anni 90 il progetto The Beatles Anthology fu la summa di tutta la storia dei Beatles. I tre superstiti si riunirono per incidere un inedito di John Lennon Free as a bird. Dal 1966 complice l’esperienza musicale del sitar intraprese un viaggio spirituale che lo accompagnò fino alla morte sopravvenuta il 29 novembre 2001. Si avvicinò all’induismo e alle filosofie orientali. Il brano Living the material world del 1973 fu anche il titolo di un recente e pluri-lodato documentario realizzato da Martin Scorsese. George Harrison rimane nel cuore di tutti i fan dei Beatles, ma soprattutto come uno di quei quattro ragazzi che negli anni 60 hanno cambiato la musica e la moda giovanile. Grazie a artisti come lui la musica conobbe un grado di evoluzione planetaria mai più riscontrata.

Ettore Poggi

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