L’incendio della fabbrica Triangle avvenuto il 25 marzo del 1911 a New York è senza dubbio uno dei motivi per cui oggi abbiamo la festa della donna. In quell’ incendio morirono 146 persone in maggioranza donne giovani e immigrate anche di origine italiana. Ma l’origine della festa della donna venne anche fatta risalire alla richiesta del diritto di voto alle donne fatta dal partito socialista americano nel 1909. Quindi si parla di un riconoscimento del ruolo attivo, pubblico, della donna nella società. L’ 8 marzo del 1917 alcune donne di San Pietroburgo manifestarono per chiedere la fine della Guerra. Tornando ai fatti di New York le donne che lavoravano nella fabbrica e che rimasero vittime dell’ incendio erano vittime anche di condizioni lavorative infami. E la tragica beffa di quel giorno fu che la scala anti-incendio cedette lasciando a quelle poverette la scelta orribile di morire precipitando dal terzo piano oppure bruciate nel rogo che stava divampando. Quella tragedia come molte altre che nella storia sono passate più o meno silenziosamente portano con sé riflessioni e indignazione. Ricordarle non cancella il dolore e non alleggerisce responsabilità, ma può gettare una luce per tutte le donne che sono ancora oggi vittime di violenze e di soprusi. Il rispetto per la donna non può essere imposto da una data, o da un secondo fine del maschio, quanto dovrebbe scivolare tra le azioni quotidiane con la spontaneità di uno sguardo. In molte parti del mondo la donna è oggetto di umiliazioni che spesso lei stessa fatica a riconoscere per retaggi culturali antichi. Ma più vicino a noi, tra le mura delle nostre città dove noi abbiamo la presunzione di aver raggiunto un maggiore grado evolutivo, ecco che troppo spesso troviamo la vergogna in gesti macabri e abominevoli contro le donne. Le parole e gli slogan con cui ci riempiamo la bocca per strappare un applauso, generare un’adulazione dovrebbero avere come immediata conseguenza uno scatto di mentalità. Questo passo può avvenire con l’educazione. Essere educati ed educare alla riconoscenza dell’ importanza del ruolo femminile nella società. Il valore di una persona si misura da cosa produce e da come lo produce, non certo da una differenza di genere. Il rispetto per l’individuo è la base su cui si fonda ogni attività umana. L’amore non preceduto dal rispetto non è amore ma senso del possesso. Rispetto è libertà e riconoscere l’altro come fonte di conoscenza e ricchezza umana. Questa educazione va praticata ogni giorno, ad ogni incontro, e sicuramente staremmo tutti un pò meglio.
Ettore Poggi