Aprile 1961. All’una di notte un gruppo di sommozzatori approdarono sulla spiaggia della Baia dei Porci. Di lì a poco sarebbero iniziate le operazioni di segnalazione alle navi le posizioni per lo sbarco. Sbarco che avrebbe contato 1.453 uomini esuli cubani con l”obiettivo di duellare con la milizia ordinaria cubana e convincere la popolazione per rovesciare il governo dell’ Avana. Un governo di stampo comunista guidato da Fidel Castro. Una camionetta in ricognizione scambiò i somozzatori per dei pescatori e non intervenne. I sommozzatori impauriti fecerò esplodere dei colpi di arma da fuoco e si scatenò la bagarre. Ebbe immediatamente inizio lo sbarco. Le truppe filoamericane trovarano ad aspettarli l’esercito cubano. Caddero al suolo più di 250 persone suoi due fronti. Tutti gli altri vennero arrestati. Lo sbarco registrò un epilogo tragico. Krusciov presidente dell’URSS il giorno seguente minacciò l’intervento dell’esercito La Cia diretta da Allen Dulles aveva preparato un piano già dai tempi dell’amministrazione Eisenhower. Kennedy lo ereditò e lo avallò controvoglia, tant’è che non volle includere l’esercito americano nell’operazione. Il risultato fu una delle più catastrofiche e imbarazzanti operazioni militaresche nel continente americano. Si acuirono le distanze tra Washington e Mosca e si preparò inevitabilmente il terreno per la crisi dei missili dell’anno seguente.
Ettore Poggi