Il massacro di Srebrenica

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Nei giorni di luglio del 1995 ai piani bassi di una fabbrica di Srebrenica, città della Bosnia,  si compì uno dei più efferati crimini contro l’umanità dai tempi della seconda guerra mondiale. Nel 1991 la Bosnia, una delle sei repubbliche jugoslave dichiarò la sua indipendenza come prima avevano fatto la Croazia e la Slovenia. I serbi della Bosnia si opposero e la Serbia all’ epoca ancora registrata come Jugoslavia mandò le sue truppe. Scoppiò un sanguinoso conflitto tra bosniaci croati e serbi lasciando sul terrreno 250 mila morti. La Jugoslavia ovvero la terra degli slavi del sud si disgregò già dopo il 1980 dopo la morte del maresciallo Tito, negli anni novanta questo processo si concluse nel modo più tragico possibile.  In quei giorni di luglio l’ Onu controllava Srebrenica attraverso un contingente di truppe olandesi. Le quali non si curano affatto di impedire alle milizie del generale Ratko Mladic di effettuare il massacro di quasi 8000 uomini musulmani in questa enclave della valle della Drina conosciuta con il nome di Srebrenica. In sostegno del generale Mladic vennero anche le cosidette Tigri di Arkan di Željko Ražnatović. Le donne di qualsiasi età vennero portate al primo piano di quella fabbrica e violentate in ogni efferata maniera possibile. Gli uomini vennero tutti sterminati, ancora oggi parecchia gente spera di ritrovare le spoglie dei propri cari. Le nazioni unite non riuscirono a coordinare un azione per sventare il massacro e vennero sbeffeggiate dai bosniaci con le scritte ai muri United Nothing. Ai muri di quella fabbrica vennero ignobilmente raffigurate le violenze alle donne e gli epiteti contro l’ etnia massacrata. Ancora oggi i colpevoli e i mandanti sono da assicurare alla giustizia, benché l’ Aia abbia sancito che il massacro ci fu, nonostante i tentativi negazionisti.

Ettore Poggi

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