Il 16 agosto 1924 venne ritrovato in un bosco vicino Roma, precisamente nella località di Riano, di Giacomo Matteotti. Il deputato socialista Matteotti fu rapito il 1o giugno di quell’anno. Gli aggressori furono Amerigo Dumini, Albino Volpi, Augusto Malacrìa, Amleto Poveromo, Giuseppe Viola tutti appartenenti alla ceka, la milizia segreta fascista. La motivazione che emerse da confessioni fatte in una lettera testamento anni dopo da Dumini, l’esecutore, riguardavano timori su dichiarazioni nel discorso dell’11 giugno e su questioni inerenti il petrolio, un caso di corruzione della sinclair oil. Mussolini lascia che le indagini inguaino pezzi grossi del fascismo a lui adiacenti come Cesare Rossi e Marinelli. Il 12 agosto venne trovata la giacca insanguinata in un canale di scolo lungo la via flaminia al diciottesimo chilometro. Il cadavere venne poi il giorno 16 ritrovato in una buca piegato in due, in pessime condizioni e coperto di foglie e terriccio. Gli esecutori vengono trovati nel giro di due giorni e la magistratura si muove liberamente e assicura i nomi sopra citati alla giustizia. Non colpiscono Mussolini perché l’istruttoria gli sarebbe stata tolta, secondo lo statuto albertino, e sarebbe stata affidata al senato. Quindi i magistrati andando a colpire le personalità sopracitate vollero far capire che la direzione era quella del duce. I dirigenti della ceka come Rossi e Marinelli furono poi scagionati alprocesso a Chieti e i responsabili ebbero pene lievi. La risposta politica all’ affaire Matteotti si concretizzò nel 27 giugno 1924 attraverso la secessione dell’ Aventino da parte delle opposizioni capeggiate da Amendola e Turati. In assenza dell’ opposizione i lavori alla Camera furono aggiornati a data da destinarsi. Il Governo poté agire senza controllo.
Ettore Poggi