Rachele Guidi: la moglie del duce

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Quando si pensa alla figura di Mussolini e alle sue avventure amorose, il legame più immediato che sovviene è probabilmente quello ben noto con Claretta Petacci. In realtà, l’unica donna a cui il duce si legò in matrimonio fu Rachele Guidi. Rachele, chiamata dalla famiglia Chellina, nacque l’11 aprile 1890 a Salvo, una frazione di Predappio in Romagna.
La sua famiglia era talmente povera che Rachele non aveva nemmeno un paio di scarpe per raggiungere la scuola. Era la maestra Rosa Maltoni a fornirgliele prima che la piccola entrasse in classe. Poiché la maestra non godeva di buona salute, talvolta si faceva sostituire da uno dei suoi figli, Benito. Fu a scuola dunque che Rachele e Benito si incontrarono la prima volta. I due, nonostante le opposizione delle famiglie, si sposarono il 17 dicembre 1915 in una stanza d’ospedale di Treviglio, durante la prima guerra mondiale. I due avevano già avuto Edda nel 1910: è particolare il fatto che la figlia sia stata registrata all’anagrafe come figlia di Mussolini e di madre ignota.
Donna Rachele non era abituata a frequentare l’alta società, ma quando suo marito divenne primo ministro e poi sempre più una figura rilevante sul piano politico internazionale, non poté esimersi da incontri come quello con la regina Margherita. Quello che preoccupava maggiormente la moglie del duce era di non essere all’altezza delle altre commensali per l’anonimato dei suoi vestiti grigi e il suo incedere goffo e insicuro.
Rachele combatté con le unghie e con i denti affinché suo marito smettesse di frequentare altre donne, in particolare ebbe uno scontro diretto con Claretta Petacci, scontro che arrivò addirittura all’uso delle mani.
L’ultima volta che Rachele vide il suo uomo fu il 17 aprile 1945 a Villa Feltrinelli, sul lago di Garda. Seppe il 29 aprile 1945, attraverso un’edizione straordinaria dell’Unità, che suo marito era stato giustiziato e che la sua salma fu esposta, insieme a quella di Claretta, in piazzale Loreto. Lo stesso giorno venne arrestata dai partigiani e trasportata, dopo alcune tappe intermedie, nel campo di prigionia di Terni. E’ durante la prigionia che Donna Rachele comincia a scrivere, assieme al figlio Romano, il proprio diario.
La famiglia Mussolini venne successivamente trasferita al confino ad Ischia, dove rimase fino al 1957. Lo stesso anno, dopo estenuanti battaglie, Donna Rachele riuscì a riottenere la salma del marito, il cui cervello nel frattempo era stato studiato da diverse equipe americane. Rachele morì a Forlì nel 1979.

Maria

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