L’articolo di oggi era già pronto da ieri: una parodia del dittatore nord coreano Kim Jong-un nel giorno del suo trentaduesimo compleanno. Ma nella giornata di ieri, 7 gennaio 2015, l’ironia ha ceduto il passo alla morte. A Parigi, un gruppo armato terrorista ha fatto irruzione nella redazione del giornale Charlie Hebdo, decretando la morte dei fumettisti e dei giornalisti, che il quel momento stavano lavorando, rei di aver trattato in maniera satirica l’Islam. Così è stato, dodici morti.
Epurando per quanto possibile l’avvenimento dalle immagini shock apparse nei video amatoriali, dal clamore dell’avvenimento, rimane il gesto di estremisti che hanno ucciso in nome di un dio. Cercando di affrontare razionalmente la questione, alcune precisazioni ritengo che siano d’obbligo. Nessuna persona vivente in questo pianeta può conoscere quelle che siano le volontà di un dio, chiunque esso sia e in qualunque forma o stato esso si presenti. Nessuno. Tutti noi possiamo azzardare, possiamo supporre, possiamo interpretare o come più spesso accade tra i sette miliardi di persone viventi attualmente sulla terra possiamo credere che un dio ci renda partecipi della sua conoscenza. Azzardare, supporre, interpretare, credere non è conoscere. La conoscenza e la sapienza spettano solo a dio, chiunque esso sia e in qualunque modo esso si chiami e si manifesti. Noi non abbiamo la conoscenza e non abbiamo la sapienza sennò non saremmo esseri mortali, ma saremmo dei che vivrebbero nell’olimpo dell’eternità. Questa considerazione, del tutto personale ovviamente, stride fortemente con le manifestazioni di violenza che gruppi fanatici esercitano nei confronti di semplici cittadini perché questi hanno offeso il loro dio. Questa non è manifestazione del proprio credo: non lo è stato il gesto di ieri, come non lo erano le crociate mille anni fa.
Stride fortemente pensare al fatto che un essere superiore possa avere creato un mondo armonico in cui la natura stessa si sussegue in cicli perfetti da millenni e poi questo stesso dio abbia creato l’uomo con il solo scopo di uccidere in nome dello stesso dio che lo ha creato. Evitando ogni deriva demagogica e cercando di ridurre la questione in termini semplici: uccidere nel nome di dio non è fare la volontà di quel dio, ma l’opposto, è diffondere odio e morte. Quando siamo stati creati penso (o meglio suppongo in modo da essere costante con quanto sopra scritto) che l’arma che ci sia stata donata da dio sia l’amore: non c’è niente da fare, a queste parole si può sorridere, credersi forti e superiori, veri uomini duri senza sentimento, ma per questo siamo stati creati, per amare. L’uomo non è un animale che si è evoluto per rimanere solo ma per vivere in comunità e per riprodursi, tutto questo tramite l’amore e non importa verso quale sesso se il proprio o l’opposto, ma è solo l’amore che conta. Questo qualcuno prima di noi lo aveva anche capito e lo aveva detto in parole semplici:
“Stiamo cercando di capire l’amore, c’è qualcosa di più importante?”
Cit. Paolo VI
“L’amore è l’ultimo limite dell’umanità e ad esso dobbiamo tendere”
Cit. Mahatma Gandhi
“Ogni buona azione è carità. Il vero benessere di un uomo nell’aldilà è quello che egli fa in questo mondo ai suoi simili”
Cit. Maometto
Roberto Rossetti