Claretta Petacci: quando l’amore vince la ragione

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Clara Petacci, per i famigliari Claretta, nasce a Roma il 28 febbraio 1912. Fin da bambina, in pieno regime fascista, Clara idolatra il duce, che incontra per caso all’età di vent’anni. Mentre si sta dirigendo verso Ostia con la famiglia nell’aprile del ’32, la macchina dei Petacci viene superata dall’Alfa dell’allora cinquantenne Benito Mussolini: la ragazza riesce ad attirare l’attenzione del duce ad una rotatoria, scambia alcune parole con l’uomo più potente d’Italia e riesce ad ottenere una prima udienza privata. Comincia così una relazione tra i due: inizialmente si tratta per lo più di innumerevoli lettere e biglietti di Claretta al duce, scritti attraverso i quali la donna cerca di ottenere favori per la propria famiglia e soprattutto cerca di avere la possibilità di rivedere il duce; la maggior parte di queste lettere rimangono senza risposta, fino a quando Claretta viene contattata telefonicamente dal duce il 10 novembre 1932 e viene invitata a palazzo Venezia: i due cominciano a vedersi sempre più frequentemente, tanto che diventano amanti nel 1936, pochi mesi prima della separazione di Clara dal marito. La Petacci si rivela un’amante piuttosto “comprensiva”: nonostante sia pazzamente innamorata e gelosa di “Ben”, come usa chiamare il suo adorato nella corrispondenza oggi parzialmente pubblicata e non pretende mai che il capo del governo italiano lasci la propria compagna ufficiale, la moglie donna Rachele; pretende però, a più riprese, che Benito smetta di frequentare le tante amanti di cui si circonda, cosa che il duce non riesce mai a fare del tutto. Il tradimento con le amanti, come quello con la Sarfatti e quello con la Ruspi, esasperano in Claretta un senso di possessione nei confronti dell’amato, che è obbligato a chiamare la donna ogni mezzora per tranquillizzarla e farle sapere i propri spostamenti. Il rapporto tra i due ha un carattere ossessivo, e giunge ad un bivio nel 1943, quando Claretta esausta a causa dei continui tradimenti del duce scoppia in una crisi di nervi; Mussolini, allarmato da questo atteggiamento e dai sempre più continui pettegolezzi al riguardo, decide di farla finita. Ma non si tratta di una decisione definitiva, tanto che già nel luglio dello stesso anno, prima della fatale riunione del Gran consiglio nella notte tra il 24 e il 25, Benito ha bisogno di chiamare la propria amata, probabilmente per informarla di quanto stava succedendo. La vicinanza al duce procura a Clara e alla famiglia Petacci degli indiscussi benefici economici e di visibilità, come ad esempio una villa immensa e  confinante con villa Torlonia, la dimora di Benito. Tuttavia, sarebbe miope e probabilmente sbagliato considerare il legame che ha unito Claretta a Mussolini solo da un punto di vista di rendiconto economico: questo non spiegherebbe infatti la fine atroce alla quale la ragazza è andata incontro pur di stare fino alla fine con l’uomo amato e  osannato, fine della quale Clara aveva una consapevolezza lucida.Claretta è stata una fascista convinta prima ancora di essere l’amante del duce. Ci sono più teorie che ruotano attorno alla figura della donna, una delle quali ritiene che la Petacci fosse una spia tedesca o inglese. Probabilmente non sapremo mai tutta la verità su questo personaggio così controverso, o forse, più semplicemente, non c’è null’altro da sapere: Claretta è stata una donna che è morta per amore, una donna per cui la propria vita, senza aver a fianco Benito Mussolini – uomo e politico, non avrebbe più avuto alcun senso.

Maria

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